La Coppa Italia vista da Stefano Selvi
- Stefano Selvi
- 4 giorni fa
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Stefano con il suo particolare umorismo e sarcasmo, presenta una visione tutta da leggere dell'ultimo evento di gioco svoltosi a Cavallino-Venezia: La Coppa Italia live.

Caro backgammonnauta, ti ho spesso pensato con pregiudizio e preconcetto. Ho la quasi certezza di essere alle soglie della senescenza e quindi incapace fisiologicamente comprendere gli strumenti e i linguaggi contemporanei.
Di tutto ciò mi scuso a posteriori e anche ad anteriori per quello che andrò a dire.
Magari non si noterà la sottile differenza tra “ista” (aderente a un sistema dottrinario o professione) e “nauta” (navigatore). Due mondi che si intersecano inestricabili e quasi indivisibili. Personalmente prediligo il primo perché nel secondo si annidano predatori, serial player e filibustieri di varia natura. Ciò non di meno ai “nauti” occorre riconoscere un ruolo importante. Navigano tra siti, ne conoscono gli anfratti, le secche, i luoghi infestati da pirati e i covi amici. Redigono mappe di posti meravigliosi dove soggiornano creature straordinarie che a volte sono anche luoghi di sosta dei rarissimi figoni biondi durante la loro annuale migrazione.
Sarà colpa dei cambiamenti climatici, magari della volgarità dilagante, oppure della vergogna che si è data alla macchia; fattostà che mentre gli ista (basta con le virgolette) si dannano l’anima per gestire l’aspetto sociale, i nauta, più solitari, si trasformano a volte in leoni da tastiera. Niente di nuovo direte voi; come sempre chi fa, gestisce, propone, media ed entusiasma, viene puntualmente colpito da una zampata leonina. La critica di chi non fa è costume italiota come il giramento di cabasisi conseguente.

La domanda è una sola: perché?
Ovviamente non c’è una risposta univoca. Ed è appunto questo il problema. La complessità delle possibilità è tale che a cercare tutte le risposte si finisce per non darne nessuna. Come distinguere tra rabbia, invidia, pregiudizio, fanatismo, integralismo, solitudine e quant’altro venga in mente? E anche se distinguessimo che ce ne facciamo? Siamo alle solite, ormai il danno è fatto. Libero da stigma il leone ruggisce nella jungla social. Sarebbe opportuno agire preventivamente ma la prevenzione è invisibile, come l’etica, la morale o il buon senso.
A Cavallino Tre Porti quest’anno è accaduto qualcosa di simile. Si è disputata la Coppa Italia di bg. Fortemente voluta e organizzata da un pool di giocatori molto motivati. Esiste un bando ovvero delle regole che stabiliscono le condizioni di partecipazione, ma oltre a queste c’è anche la disponibilità e l’accoglienza degli altri giocatori. In buona sostanza possono partecipare squadre con minimo 3 giocatori di cui 2 devono appartenere allo stesso circolo o zona più un eventuale oriundo. È stata accettata al torneo una squadra di tutti oriundi alla quale è stato spiegato che in caso di vittoria la stessa sarebbe stata attribuita alla seconda classificata. La scelta di far giocare i tre caballeros non è stata dettata da convenienze di tabellone ma solo per far giocare tutti i presenti.
Ovviamente, grazie alla legge di Murphy, la squadra di tutti oriundi ha vinto. Sarebbe stato quindi abnorme assegnare la coppa a una squadra non rappresentata nell’italiota peninsula e di questo ovviamente gli oriundi erano perfettamente consapevoli.
Quindi anziché alimentare la partecipazia, il desiderio di esserci alla prossima edizione, qualcuno, distante qualche parsec, ha contrastato vibratamente questa decisione logica stabilita nel bando. Perché? Lo ha fatto nel nome della correttezza suprema? Se vinci, vinci tutto anche il titolo e in culo le regole e il buon senso? Come se le 50 persone presenti fossero dei cretini ad accogliere i giocatori, creare un clima amichevole di gioco spiegando le conseguenze e gestendo il tutto al meglio? Non riesco a spiegarmi questo atteggiamento, mi sfugge lo scopo. Creare casino? Suscitare polemica? Dimostrare di avere il cervello scollegato? Questione di testosterone? Auspico vivamente di suscitare una riflessione su questi temi che nel periodo di aggressività dilagante e di sdoganamento di qualsiasi provocazione che stiamo attraversando, deve essere sempre attiva per non farci trascinare nel facile dileggio dell’altro o, peggio, nell’insulto o nel maschilismo più bieco.
La possibilità di esprimere le proprie opinioni è meravigliosa, dovremmo sfruttarla al meglio consapevoli che in alcuni luoghi del pianeta vai in galera o peggio per aver espresso dissenso o opinioni differenti dalle ufficiali. Qui però non si tratta di opinioni ma di mettere in discussione norme o regole che stabiliscono come si gioca la Coppa Italia. Sarebbe quantomeno bizzarro se da qua mettessimo in dubbio le regole di gioco che adottano a Ulan Bator scatenando risse nelle yurte. Ci verrebbero a cercare con le scimitarre affilate.
E’ un gioco, non dimentichiamolo mai.