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La psicologia del raddoppio

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La psicologia del raddoppio

ll riscontro arriva da Oswald Jacoby e John R. Crawford, due figure importanti nella storia del Backgammon, sono gli ideatori delle rispettive regole: la Jacoby rule in cui si convalida un gioco  “gammon” o “backgammon” a condizione che il cubo sia già stato dato (usualmente questa regola si applica in partita libera o chouette) e la Crawford rule  in cui il cubo viene congelato per un solo turno di gioco ad un punto dal fine match.

Ecco quanto scrivono nel  “Il Libro del Backgammon”:
- più giocherete a backgammon, più capirete l’importanza di imparare il particolare modo di giocare dell’'avversario e soprattutto il suo modo di usare il cubo del raddoppio.

È un giocatore che raddoppia rapidamente?

Esitate sempre prima di accettare un raddoppio da questi giocatori. Lasciateli in ansia prima di accettare; potrebbero anche aver  raddoppiato troppo prematuramente. Potreste persino rifiutare un raddoppio sbagliato, allo scopo di spingerlo a raddoppiare ancor più azzardatamente in futuro.

È un giocatore che raddoppia lentamente?
Questo tipo di giocatore spera che rifiutate il raddoppio. Se rifiutate, fatelo con calma. Se accettate, fatelo invece molto rapidamente. Avrà la tendenza a essere ancora più lento con il suo futuro raddoppio.

È un giocatore incline a rifiutare i raddoppi corretti?
Potete azzardare qualche raddoppio errato contro di lui; se ne rifiuta uno su tre, ci guadagnerete.

È un giocatore incline ad accettare i raddoppi sensati?

Siate ancora più accorti nel raddoppiare; quei raddoppi saranno comunque accettati.  Osservate come il punteggio influenzi i suoi raddoppi o i rifiuti e le accettazioni dei vostri.

Coloro  che perdono
hanno la tendenza a raddoppiare insensatamente e ad accettare raddoppi  che dovrebbero rifiutare; non possono infatti né vincere né perdere partite da un punto.  

Coloro che vincono
agiscono diversamente. Sono rapidi a rifiutare i raddoppi e lenti a farne. Vogliono restare in vincita e non vogliono che il gioco prenda quota.  

Riporto un fatto accaduto che esemplifica quanto sopra descritto:
- siamo in un importante torneo internazionale di parecchi anni fa, i due contendenti sono Luigi Villa, unico italiano vincitore del Campionato del Mondo a Montecarlo, e lo sconosciuto gallese veneziano di adozione David Bridges.
Partita ai 13 punti il campione conduce 12 a 0  allorché David adotta una strategia singolare, non doppia subito come si fa usualmente ma ritarda il cubo, magari lo da  su posizioni di vantaggio, insomma una gestione personalizzata.  Luigi, all’inizio indifferente, gradualmente comincia a spazientirsi e perdere la concentrazione proiettato a  chiudere una partita considerata già vinta.  David invece mantiene fino alla fine il suo assetto di gestione del cubo e recupera il gap. Vince il gallese davanti ad un avversario incredulo e adirato per la provocatoria strategia del raddoppio.
Qualcuno dirà che in qualunque caso necessita attenersi ad un gioco tecnicamente perfetto, doppiare subito nel post crawford, così fosse stato, probabilmente David Bridges non avrebbe vinto il match e il torneo.


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